La mia intervista su autonomia e regionalizzazione

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Senza la definizione dei livelli minimi per i servizi pubblici da assicurare in tutto il territorio nazionale (Lep) l’autonomia differenziata è monca e non farà altro che accentuare le differenze tra Nord e Sud del Paese. Intanto con l’indagine conoscitiva promossa dal presidente della Commissione finanze, Carla Ruocco, che ha lo scopo di fare chiarezza sui flussi finanziari da parte dello Stato alle Regioni, applicando la spesa storica e i fabbisogni standard, al momento stabiliti senza i Lep. Dobbiamo ricostruire la verità storica sui finanziamento.

Il Passaggio successivo?
Conoscere la verità sui flussi finanziari è la base di partenza per definire i livelli minimi delle prestazioni che ad oggi sono “il grande assente”. Dobbiamo definire per tutta l’Italia i livelli minimi essenziali per servizi come gli asili nido, le mense scolastiche, il trasporto per i disabili, tanto per parlare solo della scuola. Non è più accettabile il trucco in base al quale, con il meccanismo attuale dei trasferimenti in base alla spesa storica, a un ente che non riesce ad aprire un asilo nido risulti “zero” come fabbisogno standard per questo servizio. La definizione dei Lep è un passaggio importante ma non ancora sufficiente e a garantire servizi minimi adeguati su tutto il territorio nazionale.

Cosa manca ancora?
Serve poi un fondo di perequazione, che però il governo non avvierà mai senza che prima siano stati definiti i Lep. Il fondo permetterà a Regioni e enti locali di disporre delle risorse sufficienti a garantire i livelli minimi delle prestazioni. Andrà in soccorso dei territori più poveri, che non ce la fanno con le risorse proprie.

I Lep sono quindi strumenti di equità irrinunciabili?
Certo. Se ci fossero, in base alla Costituzione dovremmo commissariare un Comune che non li garantisce. Ma ancora non ci sono.

A chi spetta il compito di definire i Lep?
Spetta allo Stato, al legislatore, quindi alla classe politica. MA negli ultimi anni abbiamo avuto governi di centrodestra che avevano la testa in Lombardia e Piemonte, e governi di centrosinistra che guardavano all’Emilia Romagna. Ricette che non andavano bene per il Paese nel suo complesso. Nessuno si è impegnato sui Lep.

Ma adesso che l’attuale governo vuole mandare avanti l’autonomia come si procede?
L’autonomia differenziata senza livelli minimi delle prestazioni non farebbe altro che cristallizzare le differenze. I provvedimenti dovranno passare in Parlamento e i presidenti delle Camera hanno garantito la possibilità di emendare. Noi valuteremo i disegni di legge con grande attenzione. L’autonomia deve essere fatta bene, senza mettere a rischio lo spirito unitario del Paese

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