La Boldrini e le critiche

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Cristina Correani.
“Mi sfugge la logica secondo cui se viene offesa una persona, o per meglio dire se una persona ritiene di essere stata offesa debba portarsi dentro e dietro quel sentimento un’intera categoria di persone, o, nella fattispecie il genere a cui appartiene; forse per la famosa teoria del battito d’ali di una farfalla?

E mi sfugge anche il motivo per cui le donne al potere non si possano criticare come, e anche peggio se lo meritano, degli uomini.

Per come intendo io la parità, quella vera, non quella concessa a mò di elemosina con l’obbrobrio quote rosa significa anche iniziare a prendere atto che una donna che fa politica è uguale ad un uomo che fa politica, e quando la donna che fa politica dimostra di essere inadeguata al ruolo, quando dimostra di non essere super partes rispettando quel ruolo [forse perché qualcuno più in alto di lei glielo chiede? chissà] si può criticare eccome senza dover ogni volta assistere alla pletora degli sdegnati e sdegnate che gridano al maschilismo e all’inaccettabile offesa “sessista”.

E quanta arroganza dimostra una donna che quando si sente offesa dal suo autorevole pulpito parla di offese a TUTTE le donne?

Ogni donna e ogni persona ha i suoi parametri di giudizio e i propri punti di riferimento dai quali eventualmente farsi rappresentare.

Io, da donna, potrei benissimo sentirmi più rappresentata da un uomo che da mille mie colleghe di genere e decidere se e quando offendermi o vergognarmi per conto terzi.
Bisognerebbe smetterla una volta e per tutte di avanzare pretese di diversi trattamenti, considerazioni, critiche e giudizi “in quanto donne”, essere donna non è una malattia genetica, non è una condizione naturale di svantaggio, non è un di più né un di meno rispetto all’essere uomini.

E l’agone politico non è un luogo di carinerie galanti, è un’arena dove ci si confronta anche duramente e quando e se lo scontro riguarda il politico donna l’ultima cosa da fare, proprio in rispetto del genere è farsi scudo col genere.

Perché le donne dei piani bassi, quelle che si tirano in ballo ogni volta che viene offesa una donna che ha un ruolo pubblico salvo poi dimenticarsele fino alla prossima volta, sono abituate a lottare contro ben altre mancanze di rispetto quotidiane, e quando accade non c’è nessuna eccellenza a confortarle né tanto meno quelle donne pensano che un’offesa, una mancanza di rispetto o come nel caso di specie una critica, pesante quanto si vuole ma sempre critica resta fatta a loro significa dover estendere poi il proprio sentire PERSONALE a tutto il genere.

Usare argomenti quali maschilismo e sessismo laddove non c’entrano è una furbata non degna di donne che vogliono essere considerate moderne, mentalmente libere ed emancipate”

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