Beni confiscati: ritardi a Torre Annunziata

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I beni confiscati alla camorra sono il tallone di achille del Comune di Torre Annunziata (Napoli) come di tanti comuni del vesuviano e della provincia di Napoli. Non si può non notare la lentezza e la debolezza con cui l’istituzione comunale abbia affrontato il tema nella lotta alla camorra negli ultimi anni, tendenza estesa a troppe amministrazioni locali con una classe politica non degna.

Si fa poco e non si riesce ad essere incisivi in territori in cui si continua a sparare a cielo aperto, i minori sono abbandonati sulla strada dell’illegalità, in cui coniugi e parenti di criminali vivono ancora negli stessi appartamenti a cui sono stati confiscati la totalità dei beni. Si tratta di una resa degli enti locali.

E’ qui l’anello debole della lotta alla camorra e alla criminalità. Le amministrazioni locali si sono dimostrate poco efficaci nel mettere in piedi una progettualità capace di far rifiorire territori messi in ginocchio dalla criminalità locale. In territori così difficili, il grande riscatto avviene con una nuova classe dirigente e se si insedierà il commissario prefettizio sosterrò tutta la sua azione in questo campo strategico.