Teatro di Troisi spazio di vita, esempio di cultura che non deve chiudere

_MAN2960

Massimo Troisi ha segnato la storia culturale del nostro Paese.
Un innovatore che ha saputo cogliere lo spirito del suo tempo, portandolo in scena con istintiva comicità e capacità di emozionare.

Film come “Non ci resta che piangere”, “Il Postino” o “Ricomincio da tre” hanno intrecciato le vite di tutti noi e del nostro patrimonio collettivo e non avrebbero visto luce se non ci fosse stato un luogo di sperimentazione come il glorioso “Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano”, la scuola artistica di Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro, da cui sono nati i primi passi di quella storia artistica che avrebbe cambiato il volto del teatro e del cinema italiano, legandolo inesorabilmente allo sviluppo della città di San Giorgio a Cremano.

Oggi questo teatro è tenuto in vita dall’associazione culturale che porta avanti la tradizione legata al nome del famoso attore con il prestigioso premio “Massimo Troisi” e che ha saputo diffondere i valori dell’arte e della cultura all’intera comunità cittadina e avvicinare i giovani al teatro.

Ho perorato la causa per vedere riconosciuto a questa associazione il valore storico-culturale rivendicato, attivando un’interlocuzione con il ministero ai Beni Culturali perché ritengo indispensabile che le istituzioni si pongano l’obiettivo di preservare la storia e costruire il futuro delle città, valorizzando tutte quelle realtà che svolgono l’altissimo compito di porsi quale presidio culturale territoriale, offrendo a molti giovani un’alternativa, una passione a cui aggrapparsi. Realtà che troppo spesso devono combattere contro il mondo per rimanere aperte.

Per questo mi auguro che il Presidente Draghi e il ministro Franceschini, nonché tutto il governo, scelgano la strada delle riaperture di musei, teatri e cinema, che oggi la pandemia ha messo letteralmente in ginocchio, soprattutto per quel che riguarda le realtà medio piccole e migliaia di lavoratori del settore.
Il governo deve lavorare senza sosta a fattibili protocolli che permettano a questi spazi di essere vissuti in sicurezza, su prenotazione, ed è doveroso provarci con tutte le nostre forze perché la cultura è l’anima di un Paese e non può essere bloccata, così come non può essere congelato il mondo della scuola, relegandolo a una esperienza virtuale o a una non esperienza.