Esperienza, competenza, passione e apertura mentale sono necessarie in questa nuova fase del Movimento. Diamo una possibilità di cambiamento alla Campania

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La cosa che mi ha fatto più male dell’assemblea di domenica sono state le urla, le prevaricazioni. Vedere che non tutti hanno avuto la possibilità di esprimersi perché sommersi da applausi e fischi, non è quello che mi aspetto dal Movimento in cui sono cresciuto dal 2007: ci siamo sempre confrontati democraticamente anche quando avevamo idee differenti. I nostri metodi di partecipazione e confronto devono essere innovati.

In tanti attivisti tuonavano di non volersi alleare con il sistema, ma voi ne siete parte. È lunga la strada per farlo capire?
Gli iscritti quando sono stati coinvolti su Rousseau hanno votato convintamente per il M5S al governo. È così che abbiamo realizzato quota 100, reddito di cittadinanza, che il PD ha votato nella legge di bilancio del 2020, avviato investimenti green per oltre 4 miliardi. Senza accordi oggi avremo cittadini più poveri, età pensionabile più lunga e investimenti sul petrolio, carbone, inceneritori e discariche

Allora perché in Campania c’è malumore?
La classe politica del PD campano è molto contestata dai cittadini, anche nei Comuni. Senza rinnovamento e discontinuità perderà la guida della Regione

Il dialogo resta aperto?
Vito Crimi dovrebbe aprire una consultazione su Rousseau per avviare un dialogo con tutte le forze di governo in Campania sui temi e poi tornare sulla piattaforma per confermare un eventuale accordo

C’è in gioco la ricandidatura degli attuali vertici regionali M5S?
Ho grande rispetto per tutti i portavoce comunali e regionali. Ognuno nel suo campo ha dato il massimo. Esperienza, competenza, passione e apertura mentale sono necessarie in questa nuova fase del Movimento.

Cinque anni fa i candidati furono De Luca, Caldoro e Ciarambino. Sarà così anche per voi che vi definite un partito del cambiamento?
Dobbiamo uscire dal film che ogni 5 anni si riavvolge con il derby Caldoro-De Luca, possiamo pretendere di più per la nostra terra. Una guida della Regione che sposi un rinnovamento e un progetto utile ai cittadini

Può essere il ministro Sergio Costa?
In Campania è uno dei più apprezzati

Deciderà Rousseau o da Roma ci saranno interventi?
Non dobbiamo spostare logiche nazionali su scelte locali. Se lanciamo progetti di cambiamento devono essere utili ai cittadini campani e non a logiche di palazzo che non ci appartengono

Lei è favorevole ad un’intesa. Ritiene che quel “sì” o “no” su cui si è dibattuto domenica sia un modo corretto per portare avanti la discussione? E chi ha stabilito che si svolgesse così il dibattito?
Avrei voluto parlare di temi. Capire i cambiamenti in Campania su cui possiamo sfidare tutte le forze politiche, immaginare le riforme radicali che sono realizzabili nei prossimi 5 anni al governo della Campania. E in quali condizioni di pulizia e discontinuità delle liste siamo capaci di promuovere ad altre forze politiche. Peccato.

All’assemblea molti si sono lamentati dei doppi e tripli incarichi, chi era parlamentare o consigliere ha assommato pure il ruolo del facilitatore. Trova giuste queste critiche?
La struttura del team dei facilitatori dovrà essere argomento di discussione degli stati generali. Credo che ci voglia un modello più capillare di organizzazione del M5S. I portavoce e gruppi locali devono incidere sulle scelte politiche del proprio territorio, devono poter usufruire di consulenze, formazione e avere spazi di incontro

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