TUTTO QUELLO CHE NON SAI DELLA BUONA SCUOLA DI RENZI

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In più occasioni ho ripetuto quello che per il MoVimento Cinque Stelle rappresenta la “Buona Scuola” del governo Renzi: UNA TRUFFA COLOSSALE. Di questo vi parlerò venerdì alle 21 nella sala civica di Cerea, in provincia di Verona, durante un incontro sulla Riforma dell’Istruzione organizzato dal Meetup Cerea5Stelle.

Inizio a farvi un esempio di cosa chiediamo al governo per la Scuola. Il M5S crede che la sicurezza dei nostri edifici scolastici debba essere una priorità e per questo chiediamo di spostare i fondi – 50 milioni per il 2015 – destinati all’operazione ‘Scuole Belle’, i cui risultati sono strutturalmente irrilevanti, verso interventi davvero necessari per garantire l’accessibilità e la fruibilità degli istituti.

Con un emendamento al Decreto sull’edilizia scolastica, chiediamo che i 50 milioni siano spostati dal piano di interventi per il pristino di decoro e funzionalità degli edifici scolastici verso opere di prevenzione contro il rischio idrogeologico e per l’adeguamento antisismico degli stessi edifici. Un’operazione di cui hanno bisogno, in particolare, le strutture scolastiche del Sud.

Attraverso Scuole Belle gli istituti sono più accoglienti e decorosi, ma questi vanno considerati interventi ordinari. Al contrario, quella della sicurezza scolastica è un’emergenza e priorità che deve esser affrontata attraverso un piano di investimenti considerevoli e duraturi, come previsto anche in un’apposita Proposta di legge da noi depositata alla Camera.

L’adozione in questo frangente dello strumento del Decreto Legge è giustificata solo dalla volontà del Governo di mantenere in vita questo sistema, che si è rivelato fallimentare, per salvaguardare gli interessi delle imprese e cooperative che, attraverso le esternalizzazioni, in questi hanno fatto profitti e non quello dei lavoratori.

L’operazione Scuole Belle è un tampone messo in campo dal Governo di fronte all’emergenza dei lavoratori impegnati nelle operazioni di pulizia nelle scuole per conto di ditte esterne. Un sistema, quello dell’esternalizzazione, che noi abbiamo contrastato perché diventato troppo oneroso per lo Stato e lesivo dei diritti dei lavoratori, sottopagati e mantenuti in condizioni di estrema precarietà, offrendo anche al Governo soluzioni che però sono state sempre respinte.

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