La gestione privatistica dell’acqua apre la strada a mazzette e corruzione

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La gestione privatistica dell’acqua apre la strada a corruzione e mazzette.

L’operazione dell’Antimafia, che sta svelando un diffuso sistema corruttivo all’interno degli Enti che gestiscono i servizi idrici in Campania, rafforza la tesi del Movimento Cinque Stelle. Una gestione privatistica dell’acqua apre la strada a corruzione, contaminazione tra camorra e politica e alle mazzette. L’unico modo per impedire i soprusi del carrozzone politico Gori è rispettare l’esito del referendum del 2011 e procedere verso una gestione pubblica del servizio idrico sotto il controllo dei cittadini.

Dall’indagine emerge che, se le ipotesi di reato venissero confermate, il sistema che sta assetando ed affamando le famiglie della Regione Campania sotto l’esplosione dei costi delle bollette dell’acqua per ripianare i debiti di gestori come quelle della Gori, nasce anche da meccanismi corruttivi e mafiosi. Solo dopo le segnalazioni mie e del M5S, anche il presidente dell’Anac Cantone si era reso conto dell’incompatibilità, vigente dal 2013, del deputato di Forza Italia Carlo Sarro, commissario Ato3 e parlamentare. Ma dopo la pronuncia dell’Anticorruzione, il parlamentare ha continuato ad emanare atti presumibilmente illegittimi, sulle tariffe e le bollette Gori.

Ci sono ancora tante ombre, come l’inchiesta sulla GORI che dal 2012 ed a tutt’oggi pare essere in atto dalla Procura di Torre Annunziata su possibili assunzioni clientelari, e spero che ben presto si faccia definitivamente chiarezza su quello che sembra essere un vero e proprio sistema politico-affaristico che lucra sull’acqua. Intanto, ieri, abbiamo diffidato il responsabile anticorruzione dell’ATO3 ad intervenire immediatamente, rimuovendo il parlamentare di Forza Italaia dall’incarico e abbiamo chiesto l’annullamento di tutti gli atti della gestione Sarro in conseguenza della sua oramai acclarata incompatibilità. Andiamo avanti con i cittadini.

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