C’è tutta la mia stima per chi vuole il riscatto del SUD, per chi non vuole norme discriminatorie per il Mezzogiorno. Regioni che sono state colpite da politiche volute dalla Lega Nord e sostenute dal centrodestra negli ultimi 20 anni, ma non dobbiamo dimenticare che una colpa come un MACIGNO cade su tutti gli amministratori del SUD da centrosinistra a centrodestra che continuano a rovinare i nostri territori. Naturalmente tutto a spese dei cittadini.
Detto questo nelle battaglie che il M5S conduce non prescinde dalla VERITA’. Per questo penso che bisogna essere corretti sulle cifre. Una falsità ripetuta centinaia di volte non diventa verità e la grande falsità è la seguente “non sono riconosciuti 700 milioni annui di fabbisogno reale nel Mezzogiorno, ripartendoli tra i comuni del NORD”. La stima è assolutamente infondata perchè calcolato su una distribuzione media per abitante. Infatti che città che hanno lo stesso numero di abitanti abbiano le stesse esigenze è tutto da dimostrare. Faccio un esempio banale, se a Napoli abbiamo un numero di poveri molto elevato potremmo aver più bisogno di risorse nei servizi sociali rispetto a Torino. Per questo i fabbisogni standard sono un calcolo molto complesso che prevedono tante variabili basate su una raccolta dati cospicua. La stessa esigenza di asili nido potrebbe essere diversa se il numero di famiglie con entrambi i genitori che lavorano sono diverse.
Abbiamo quindi interrogato la SOSE che ci ha fornito i seguenti dati ufficiali: nella pubblica istruzione alle regioni del Sud viene riconosciuto un fabbisogno standard superiore alla spesa storica di 60.426.355 € mentre nella funzione asilo nido inferiore di 37.055.094. Con un saldo positivo (rispetto alla spesa storica) sui due servizi pari a 23.371.261 €.
Quest’ultima è la cifra che si perde applicando la spesa storica invece che il fabbisogno standard. In più c’è da precisare che nei comuni dove non ci sono asili nido, le risorse attribuite sono attualmente sempre 0 sia che si adoperi il sistema di calcolo della spesa storica che quello dei fabbisogni standard.
Il problema VERO e lo ripetiamo da tempo sono i Livelli Essenziali di Prestazione che permettono di superare i limiti della spesa storica e del fabbisogno standard. La legge è inapplicata e i governi sono in storico ritardo, questo si per danneggiare il SUD. I LEP indicano dei valori minimi di servizi che devono essere garantiti in tutto il Paese indipendentemente dalla classe politica che l’ha governato fino a quel momento. Ed è questo quello che chiediamo con la risoluzione depositata in commissione cultura da novembre, che speriamo di discutere al più presto, nonostante l’opposizione del PD. Servirà a superare definitivamente i criteri di spesa storica e stanziare le risorse minime ai nidi d’infanzia, al tempo pieno, alla ristorazione scolastica e tutti gli altri servizi di istruzione in ogni territorio. Il M5S per ora è l’unica forza politica ad aver prodotto atti concreti che chiedono i LEP al più presto con una risoluzione in commissione cultura => http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=27462&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE%27
Ma l’impegno del M5S sul tema non si ferma qui. In legge di stabilità abbiamo fatto valere la nostra voce e i nostri voti per dedicare 100 milioni di euro, al rilancio del piano per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia di cui all’art. 1, co. 1259, della legge finanziaria 2007, L. 296/2006), finalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi di servizio, nelle more della definizione dei livelli essenziali delle relative prestazioni.
La SOSE ha stimato che se venisse stabilito dal policy maker che l’indice di copertura minimo per gli asili nido dovesse essere del 12% in tutto il territorio delle Regioni a statuto ordinario (de bimbi 0-2 anni ) sarebbero necessari 380 milioni di € in più all’anno. Questa si che sarebbe una cifra consistente da garantire a tutti i comuni che oggi non hanno un solo asilo nido. A Delrio chiediamo questo impegno oltre alla correzione del suo errore tecnico. Ai cittadini del SUD chiediamo di mandare con un moto di orgoglio tutti a casa come avete fatto a Ragusa e Bagheria.
La contrapposizione NORD e SUD non sempre sta in piedi. Dalle immagini allegate si può osservare ad esempio come sia variegata la situazione tra regioni, province e comuni. Sono in verde i territori che con l’applicazione del fabbisogno standard riceveranno complessivamente un aumento di risorse provenienti dal fondo perequativo e in rosso una riduzione di risorse. Si evince subito quindi che in realtà anche nella stessa Campania ci sono comuni come San Giorgio a Cremano che avrebbero dovuto tagliare risorse se il fabbisogno standard fosse applicato anche per i servizi di istruzione, asili nido e i servizi sociali.
P.S. L’autore dell’articolo che ha sparato la cifra di 700 milioni e ha screditato il M5S è marco Esposito. L’autore sta lavorando alla formazione di una forza politica che tenta di partecipare alle prossime votazioni regionali. I dati e le critiche presentati da Marco Esposito sul quotidiano partenopeo sarebbero stati più efficaci e credibili se non passasse da un’attività giornalistica ad un impegno politico con partiti discutibili. Marco Esposito, tra il 2011 e il 2013 è stato assessore alle attività produttive a Napoli, nella Giunta De Magistris. Contemporaneamente, era caposervizio al Mattino. A un mese dalla conclusione di quell’esperienza politica, Esposito viene eletto segretario di Unione Mediterranea, movimento politico che sta lavorando per un impegno alle prossime elezioni regionali in Campania. Speriamo che non si sostengano falsi profeti.