Lavoratori chiamano, il M5S risponde.

marittimi
Egregio Luigi Gallo,

Le scrivo questa mail in virtù della crisi crescente e dell’assordante silenzio che circonda il personale marittimo.
Ottenendo nei mesi scorsi la qualifica di Ufficiale di Navigazione presso la direzione marittima di Venezia mi sono reso conto che trovare un imbarco per il personale italiano risulta difficile se non impossibile. Ragazzi che come me tutti i giorni spediscono curriculum dove sono elencati tutti i corsi previsti dalla convenzione STCW e interamente a carico del lavoratore (finora ho speso in totale qualcosa come 6000 euro in corsi,tra quelli base e quelli specifici come operatore radio o per la ricerca e soccorso utilizzando il sistema radar, e la cifra continuerà a salire), ricevendo per tutta risposta un netto rifiuto nonostante sul web decine di siti recitano che le compagnie cercano continuamente italiani da imbarcare.

A tal proposito volevo esporle dei documenti (in allegato a questa mail in formato PDF) inclusi nel decreto legge del 30 dicembre 1997 n° 457 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo del settore dei trasporti e l’incremento dell’occupazione) e nell’articolo 318 del codice della navigazione.
Come da allegato, al comma 1 del suddetto articolo recita “L’equipaggio delle navi nazionali armate nei porti della Repubblica deve essere interamente composto da cittadini italiani o di altri Paesi appartenenti all’ Unione europea.”; fin qui tutto chiaro, ma il comma 2 recita invece “Alle disposizioni di cui al comma 1 può derogarsi attraverso accordi collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Per i marittimi di nazionalità diversa da quella italiana o comunitaria, imbarcati in conformità a quanto previsto dal presente comma, non sono richiesti visto di ingresso nel territorio dello Stato, permesso di soggiorno e autorizzazione al lavoro anche quando la nave navighi nelle acque territoriali o sosti in un porto nazionale.”

Ciò significa che se gli armatori che non trovano personale italiano specializzato (e casualmente, con migliaia di lavoratori a spasso, non li trovano mai) secondo accordi sindacali possono derogare la legge per imbarcare personale straniero, impreparato ma soprattutto a basso, bassissimo costo. Ecco un esempio della difesa dei diritti dei lavoratori da parte di CGIL, CISL e UIL.
Alla luce di quanto descritto la domanda che le pongo è più che legittima, Onorevole Gallo: com’è possibile che le compagnie di navigazione battenti bandiera italiana che usufruiscono di vantaggi economici e privilegi non riescano a trovare personale italiano nonostante a tutt’oggi sono disoccupati migliaia di marittimi (me compreso)? Basterebbe andare in qualsiasi ufficio di collocamento, sui database delle singole compagnie, in una qualsiasi associazione di categoria come l’Associazione Gente di Mare o il Collegio Capitani per rendersi conto che la deroga alla legge è un’escamotage per risparmiare alle spalle dei lavoratori con il beneplacito consenso degli stessi sindacati che dovrebbero difendere i diritti dei lavoratori. In un paese come il nostro dove si discute inutilmente dell’abolizione dell’articolo 18 e del ridimensionamento al ribasso dei contratti di assunzione, mentre i problemi sarebbero altri e ben più gravi, il mondo politico (escluso il #M5S ndr) s’è dimenticato dell’unico settore dove queste modifiche sono già state messe in atto con contratti a viaggio e della soppressione o limitazione di alcune tutele come la soppressione dell’ Ipsema e il ridimensionamento della Cassa Marittima quale unico ammortizzatore sociale quando il marittimo ormai sbarcato non percepisce alcun stipendio fin quando non viene richiamato in servizio. A mio modesto avviso, Onorevole, una possibile proposta di modifica che elimini quegli articoli che svincolano la legge tramite quegli indicibili accordi che a tutt’oggi consentono di imbarcare senza freni personale straniero permetterebbe perlomeno un rilancio dell’occupazione in termini di migliaia di unità, nonchè di stimolare le compagnie di navigazione a cercare con maggiore insistenza lavoratori italiani da far imbarcare a bordo delle proprie navi, come sarebbe utile indicare un tetto minimo di lavoratori italiani assunti in un anno per poter usufruire dei vantaggi fiscali. Ciò stimolerebbe inoltre la crescita e la formazione dei ragazzi degli Istituti Nautici e delle Accademie, dando respiro a quei lavoratori che finito il proprio periodo di imbarco, se non richiamati in servizio non hanno a disposizione quegli aiuti economici per vivere dignitosamente. Inoltre sarebbe auspicabile la creazione di un ufficio di collocamento unico ed accessibile online da parte delle compagnie e dei singoli marittimi, perchè non è possibile che per ottenere piu opportunita di lavoro un marittimo di Pozzallo, per esempio, debba sobbarcarsi spese per il viaggio per registrarsi per soli 6 mesi all’ufficio di collocamento di Genova dove sono associate molte più compagnie rispetto ad altri sportelli (le faccio un ulteriore esempio: all’ufficio di Collocamento a Napoli, registrandomi in qualità di Terzo di Coperta mi hanno letteralmente riso in faccia dicendo altresì di aver “sporcato” inutilmente il mio libretto di navigazione!!)

A tal proposito mi permetta un appunto Onorevole Gallo: la vostra proposta del reddito di cittadinanza è ciò che più avvicina l’Italia ad un paese civile, ma ciò non potrà avere luogo se non ci sarà un profondo rinnovamento dei Centri per l’Impiego, che al momento sono, sia nel mio caso specifico che in generale, solo una scatola vuota. Non è possibile che una persona in cerca di lavoro si presenti a dover fare una vera e propria processione verso diverse compagnie che svolgono differenti selezioni l’uno dall’altro dove per lo più vige il lasciapassare della conoscenza e delle referenze da parte di, basterebbe una singola sede dove registrare le proprie generalità e competenze da dove tutti i datori di lavoro dovrebbero (per legge) attingere per l’assunzione di nuovo personale, cosicchè se si viene licenziati o il contratto a tempo determinato scade senza un rinnovo si potrà accedere al reddito di cittadinanza nell’attesa che lo stesso centro ci trovi una nuova collocazione.

Io mi auguro che da questa mail si possa trovare una soluzione politica che possa servire a migliaia di persone che come me cercano di lottare contro questa crisi.
Auguro a Lei e al suo Movimento cui non mi stancherò mai di sostenere i migliori successi.

Cordiali Saluti,

Ben Yahia Faisal.

RISPOSTA

Ciao Ben Yahia Faisal,
Il M5S non è stato a guradare ed ha da tempo elaborato una risposta concreta a questo dramma vissuto da tantissimi lavoratori e cittadini come te. Ho depositato una mozione che riprende molti dei tuoi suggerimenti=>http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=17092&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27MOZIONE%27

Ora tutti insieme dobbiamo dare forza a questo atto con una grossa mobilitazione nazionale a Roma, ma anche creando momenti di incontro sul territorio e facendo rete con i lavoratori che in tutta Italia vivono il tuo stesso dramma. Solo se uniamo tutti riusciremo a smuovere gli interessi del governo.

Il Reddito minimo garantito che proponiamo noi del M5S ed è già in discussione al Senato e prevede proprio la riorganizzazione dei centri d’impiego che diverrebbero una vera agenzia interinale pubblica, con database unificati, corsi di formazione per i lavoratori e promozione d’impresa unendo le competenze degli iscritti al collocamento.

A presto e buone feste

Luigi Gallo, cittadino in Parlamento

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