Guide turistiche e politiche europee

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Sulla questione guide turistiche e politiche europee le osservazioni della commissione Cultura
In riferimento all’articolo 3 del disegno di legge europea 2013, che ricordo a tutti, affronta le “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2013″
l’articolo 3 sottopone, le guide turistiche italiane alla cosiddetta direttiva servizi 2006/123/CE, mentre si ritiene che le professioni e quindi le guide turistiche ricadano sotto la disciplina della direttiva 2006/36/CE sulle qualifiche professionali che è in fase di revisione.

Conseguentemente, alla professione di Guida Turistica non si applicano le disposizioni della Direttiva 2006/123/CE se non per “questioni diverse da quelle relative alle qualifiche professionali, quali l’assicurazione di responsabilità professionale, le comunicazioni commerciali, le attività multidisciplinari e la semplificazione amministrativa” e l’applicazione ad essa del Titolo II sulla libera prestazione di servizi della Direttiva 2005/36/CE resta impregiudicato.

l’art. 5 paragrafo 3 della Direttiva 2006/123/CE riporta che il professionista, in caso di prestazione temporanea e occasionale in altro Stato Membro, è soggetto alle norme professionali dello Stato ospitante relative alla qualifica e ad altro;

la preoccupazione che l’omogeneizzazione della disciplina relativa all’attività di guida turistica in base alla normativa europea, rischi di pregiudicare la specificità dei territori del Paese, di ridurre le risorse e di limitare le capacità italiane in tale settore.
Bisogna evitare che l’Italia diventi la periferia in Europa in questo campo quando abbiamo il più prestigioso patrimonio culturale e artistico europeo nonché tradizione culturale e storica.

Voglio evidenziare e denunciare che gli stessi parlamentari della repubblica non hanno accesso al contenuto delle procedure di raccordo, che non sono procedure d’infrazione, e questo è bene ricordarlo all’aula. Andiamo a legiferare, discutere, emendare su temi di cui non possiamo avere adeguata contezza.

In particolare, con riferimento al citato articolo 3, vi è la difficoltà di accedere ai dati e alle informazioni relative del “Caso (iu) EU Pilot 4277/12/MARK” perché sono documenti che passano tra le stanze di taluni uffici dell’unione europea alle stanze di sottosegretari e ministri con buona pace della repubblica parlamentare in una democrazia dove ha più potere decisionale un funzionario che un parlamentare democraticamente eletto.

Forse è questa la democrazia che il Partito Unico di maggioranza immagina con la riforma costituzionale che vuole approvare senza discussione forzando come ladri l’articolo 138 della costituzione

Se abbiamo a cuore le ricchezze del nostro territorio italiano continuamente svilite in questi anni dalla politica italiana, dovremmo rendere tutte le procedure più trasparenti e continuare a monitorare la situazione esistente, a presidio di un territorio che pezzo dopo pezzo viene svenduto per chissà quale contropartita.