E cosi arriva la prima svolta di un’inchiesta frutto delle mie denunce, di quelle del Movimento 5 Stelle, dei movimenti per l’acqua pubblica, della documentazione raccolta dai consiglieri regionali del M5S e della collaborazione di legali in gamba.
Il debito della Gori fu spalmato sui contribuenti con un’operazione che la Corte dei Conti contesta chiamando a notificare 13 persone tra politici e presidente del consiglio di amministrazione della Gori.
Ho perseguito il bene comune e la giustizia. Sono stati i miei fari e questo Paese ne avrebbe bisogno per evitare il declino e l’abbandono. Il servizio idrico non può essere una affare privato dove politica e dirigenti banchettano.
Interessi molto piccoli e personali danneggiano ancora quelli di tutti, quelli grandi del nostro futuro.
La strada giusta è quella che continueremo a percorrere nonostante la lentezza del cambiamento.
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