A Napoli si colga la sfida lanciata da Giuseppe Conte sullo sviluppo sostenibile. La mia intervista per “il Mattino”

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1) Nel centrosinistra c’è grande movimento con la candidatura di Bassolino. Lo appoggereste se ci fosse lui in campo?

Il centrosinistra locale deve decidere se sostenere l’alleanza per lo Sviluppo Sostenibile che ha lanciato Conte insieme a tutte le forze politiche che hanno sostenuto fino alla fine l’esperienza di governo oppure ritornare ai vecchi schemi ottocenteschi. Bassolino è un uomo del passato che non può cogliere le sfide per la città del XXI secolo. Resto comunque fermamente convinto del fatto che ciò di cui hanno bisogno oggi i cittadini non si possa ottenere dalla ricerca dei nomi, bensì bisogna guardare altro. Idee, contenuti, visioni future. La città di Napoli ha un debito enorme che blocca qualsiasi futuro. Ha sacche di povertà che sono almeno triplicate con la pandemia e un terzo settore al collasso. Ha una rete sanitaria napoletana in affanno e spessa nel caos, c’è una economia che bisogna far rinascere partendo da una nuova generazione di professionisti dai 30 ai 50 anni che hanno la testa nel futuro.

2) L’alleanza con il Pd a Napoli si può fare? È un prerequisito non sia però Bassolino il loro candidato?

Resto convinto ad oggi che l’alleanza con pd e leu per le prossime amministrative a Napoli sia la strada da perseguire secondo lo schema dell’alleanza per lo Sviluppo Sostenibile che ha lanciato Conte per perseguire l’esperienza di governo nazionale anche nelle principali città italiane. Bassolino non mi sembra un nome di discontinuità, non è un nome nuovo e non è nasce dentro questa alleanza. In ballo c’è la sfida di ridisegnare il volto delle città con i 209 miliardi di Next Generetion Eu e i 43 miliardi dei fondi europei della Coesione Sociale. Il futuro di Napoli si costruisce dal porto alla mobilità elettrica, dalla città digitale che porta i servizi comunali, culturali e sociali nelle case dei cittadini attraverso lo smartphone ai laboratori di futuro nelle scuola e nelle università, dai bambini strappati alla criminalità e ad un destino di morte all’occupazione e laboratori per le donne disoccupate.

3) In campo nell’area del centrosinistra c’è pure la candidatura della “delfina” di De Magistris, Alessandra Clemente. Possono esserci interlocuzioni anche con lei? O lo esclude?

Le interlocuzioni vanno bene ma le autocandidature non sono un buon punto di partenza . Sono da sempre disponibile al dialogo e al confronto ma sui progetti. Chiedo umiltà a tutti e un passo indietro a tutti. Sostituiamo alle autocandidature le candidature di Napoli a capitale europea della sostenibilità e della qualità della vita. Da terzo incubatore italiano di sturt up Napoli deve attrarre i FONDI VENTURE CAPITAL che trasformino le micro imprese locali in imprese su tutti i mercati internazionali, dobbiamo allearci in ricerca e sviluppo economico con le grandi università che abbiamo in Campania.

4) Sembra ripetersi il dibattito delle scorse regionali. Allora valutaste l’idea di far scendere in campo personaggi di rilevo dell’M5s come Sergio Costa o Roberto Fico. Nomi che possono tornare utili per la corsa a Palazzo San Giacomo?

Sergio Costa è stato il più importante ministro dell’ambiente che gli italiani hanno conosciuto fino ad oggi , con il coraggio di condurre battaglie del M5S contro gli inceneritori, contrastando senza sosta discariche abusive e roghi tossici finanziando bonifiche, bus elettrici e piste ciclabili. Roberto Fico è la terza carica dello Stato. Sono 2 persone innamorate di Napoli e della Campania e che sicuramente si spenderanno per rilanciare la città. E’ prematuro parlare della loro candidatura se non si conoscono i confini di un progetto per la città. Ma certo, se mi chiede un parere strettamente personale , sono convinto che entrambi siano nomi di grande rilievo per un ruolo come quello di primo cittadino della terza città più importante di Italia. E la cittadinanza  sarebbe altrettanto orgogliosa di essere guidata da uomini come Costa o Fico, tenaci e sempre disposti al miglioramento dei territori.

5) Di lei si scrive sempre che è vicino a Roberto Fico. Dovrà essere lui il candidato o in caso di alleanza con il Pd accettereste comunque, in un ampio quadro di accordi a livello nazionale, anche un loro candidato? Preferenze sui loro nomi? Amendola, Manfredi? Con loro ci parla quando siete a Montecitorio?

Qualsiasi scelta farà Roberto io la sosterrò. E se il nome è scelto dopo un progetto per la città e un percorso comune con l’alleanza Conte sarà sicuramente un none di altro profilo.   Ho collaborato molto bene con Manfredi che da ministro dell’Università e della Ricerca ha sposato in pieno la visione del M5S sulle assunzioni negli enti di ricerca, sulla no tax area per gli studenti , sui disequilibri nazionali nel mondo universitario e che era pronto a costruire una università del futuro, moderna e digitale. Nell’anno della pandemia le misure che abbiamo messo in campo hanno aumentato il numero degli studenti iscritti all’università. Un miracolo e una buona notizia in un paese dove l’ignoranza è una catastrofe per tutti noi e diventa bacino elettorale di chi vuole male alla città.

6) Le vicissitudini nazionali con l’appoggio del Movimento 5 stelle al governo Draghi ha portato sconquassi anche a livello locale in consiglio regionale con la consigliera Muscarà molto vicina alle posizioni di Alessandro Di Battista che ha addirittura partecipato ad un incontro per dire “vaffa” a Mario Draghi? Ci saranno spaccature nel Movimento non solo alla Camera e al Senato ma in tutta Italia? Ci saranno due M5s?

Ho molta amarezza in queste ore per quello che sta accadendo al Paese, la stessa di tanti attivisti e portavoce del M5S. Il M5S ha subito pesanti attacchi del sistema di potere e ne dobbiamo prendere atto per ricostruire e migliorare. Vito Crimi , con gli Stati Generali e il cambio di statuto appena votato, ha fatto un enorme lavoro di transizione che gli va riconosciuto per garantire il passaggio ad un nuovo modello organizzativo, lasciandoci alle spalle il modello dell’uomo solo al comando, senza figura intermedie, senza organizzazione territoriale che fosse in contatto diretto con i cittadini.  Ora bisogna  costruire la rete territoriale del M5S con regole democratiche. E’ questa la strada per unire