Intervista al quotidiano del Sud – Il M5S disegna il nuovo modello politico del XXI secolo. Sui territori come i luoghi delle startup

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Luigi Gallo, il Movimento 5 Stelle diventerà davvero un partito, come ha proposto Parole Guerriere?

Il M5S diventerà una forza politica che integra la tecnologia con spazi fisici e territoriali innovativi, quali ad esempio spazi di coworking sul modello di quelli che ospitano le Startup. Sempre più cittadini hanno bisogno di trovare dei punti di riferimento concreti nei loro comuni. Questo non significa essere un ‘partito’, almeno non nell’accezione novecentesca del termine, perchè è un concetto superato. Con Parole Guerriere stiamo cercando di inventare un modello di organizzazione politica tutto nuovo, per questo questo è così difficile.

Lei sarà nel direttorio che guiderà il Movimento 5 Stelle dopo questi stati generali?

Non parliamo di direttorio, ma di organo collegiale nazionale. Io sono a disposizione per dare il mio contributo, come ho sempre fatto. Il nuovo organo di governo del M5S sarà comunque eletto dagli iscritti, quindi l’ultima parola ce l’avranno loro, come è sempre stato.

Lei è sempre stato definito molto vicino a Roberto Fico. Come concilia questa posizione con il ruolo di portavoce di Parole Guerriere?

Con Fico condivido l’attivismo civico nel Movimento 5 Stelle dal lontano 2009. Ci conosciamo da molti anni, siamo amici e condividiamo tante sensibilità. Ho apprezzato il suo intervento agli Stati Generali, ma io sono sempre stato una persona indipendente e libera, come lo sono tutte quelle che militano nel Movimento 5 Stelle. Da sempre ci siamo aggregati sui singoli progetti e condividiamo tutti gli stessi valori di fondo. Parole Guerriere è un progetto, una proposta che ha coinvolto molte persone e menti brillanti e che non agisce in antitesi a nessuno, ma spinge all’unità e all’aggregazione. Una volta realizzato il progetto valuteremo cosa fare e dalle parole di Vito Crimi appare chiaro che per farlo serve almeno un portavoce di Parole Guerriere che deve arrivare ad essere eletto nell’organo collegiale.