Il Movimento 5 Stelle entra nella fase due. La mia intervista per il TPI

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Credo che gli iscritti che hanno votato su Rousseau abbiano dato un grande segnale di maturità. Gli iscritti hanno analizzato quello che è sotto gli occhi di tutti da settimane e dato una risposta chiara: vogliono un governo solido, in cui possiamo riuscire a portare avanti i temi per i quali siamo nati, a partire da quelli ambientali, gli investimenti sull’istruzione, la lotta alla mafia e i grandi evasori, il taglio dei parlamentari. Questo è stato premiato

On. Gallo, pensa che gli elettori M5S che guardavano più a destra si sposteranno verso Salvini?
Penso che misureranno dalla bravura con cui affronteremo questa nuova fase. Il Movimento Cinque Stelle sta vivendo una “fase due”, in cui si è avviato un metodo partecipativo importante. Tutti i temi prioritari sono stati elaborati con il lavoro assiduo di tutti i parlamentari del M5S, ognuno con le proprie competenze. Questo ha fatto emergere i temi più importanti per il paese.
È un lavoro che va continuato. Bisogna coinvolgere i territori e la società civile. Dobbiamo affrontare questo momento con entusiasmo, come ha detto Beppe Grillo, e portare questo entusiasmo nel Paese, affinché ciascuno di noi dia il meglio di sé.

Con “fase due” intende la trattativa per questo secondo governo?

No. È una fase due del Movimento Cinque Stelle. In queste settimane tutti i nostri parlamentari, ma anche i portavoce, hanno voluto lavorare a un maggiore protagonismo. È importante che ogni parlamentare, portavoce o presidente di commissione venga valorizzato e messo al centro per il proprio lavoro e le proprie competenze. Se facciamo questo lavoro di rete e di squadra secondo me saremo molto più efficaci del lavoro fatto finora.

Pensa che il governo M5S-Pd sarà in grado di portare avanti gli stessi temi di cui il Movimento aveva iniziato ad occuparsi nell’esecutivo insieme alla Lega?

Ne sono sicuro. Ad esempio, sul consumo di suolo contro i disastri ambientali e la cementificazione selvaggia, sull’acqua pubblica o sulle “classi pollaio”, la Lega faceva solo opposizione e fermava qualsiasi dibattito. Dall’altra parte il Partito democratico avanzava sue proposte, con soluzioni diverse dalle nostre, ma compiendo un passaggio che permetteva di arrivare a dei punti in comune. Sugli investimenti per l’università e la ricerca e la lotta alle diseguaglianze credo che questo governo lavorerà bene.

Alcune presidenze di commissioni importanti, tuttavia, restano della Lega.

Dopo questo strappo istituzionale enorme credo che la Lega voglia dare almeno un segnale di maturità al paese, e non altri segnali d’immaturità. Inoltre i presidenti di commissione sono vincolati alla volontà della maggioranza e da regolamento devono garantire il buon andamento del parlamento.

Salvini ha detto che questo governo non andrà lontano.

In realtà il governo non è andato lontano con Salvini, che ha minacciato per settimane il voto. Ma anche durante i 14 mesi del governo ha giocato sulle tensioni. Questo non ha fatto bene al paese: gli investitori e le piccole imprese non sapevano se investire sulle proposte di questo governo e i cittadini non avevano una prospettiva chiara per decidere sul proprio futuro personale. Questo è tutto da imputare a un gioco di tensioni inaccettabile che ha portato – quello sì – a rendere l’esperienza molto breve.

Alcuni esponenti M5S, penso ad esempio a Paragone, si sono detti contrari alla nascita di questo nuovo governo. Come vede la situazione interna al Movimento?

Paragone ha giocato tutta una partita personale, perché il mandato del gruppo parlamentare sia al Senato sia alla Camera era stato molto chiaro. Sia sulla necessità di un accordo per il nuovo governo sia sulla priorità di mettere dei temi in campo. Paragone ha giocato in modo del tutto isolato dal gruppo parlamentare.

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