Sul tema della sicurezza sono stati presentati alcuni emendamenti anche da parte sua. Quali in particolare?
La mia riflessione parte dalle manifestazioni di piazza. Dobbiamo ricordare che il Movimento 5 Stelle è nato attraverso anche esperienze di piazza, organizzazione di comitati, sostenendo tante battaglie territoriali. Nel pieno diritto di manifestare e protestare.
Noi, quindi, non possiamo accettare la criminalizzazione totale dei manifestanti. Dobbiamo individuare i singoli violenti, quando ci sono, ma non dobbiamo correre il rischio di colpire chi non c’entra niente con strumenti che possano preventivamente spaventare il cittadino all’interno delle manifestazioni, questa non è sicuramente la strada.
Allo stesso tempo dobbiamo controbilanciare per quei singoli che eccedono nell’esercizio del proprio ruolo all’interno delle forze dell’ordine, consentendo di individuarli facilmente. Per questo ho proposto un emendamento che attraverso strumenti come le bodycam piazzati sui caschi della polizia, si possa monitorare in tempo reale la situazione nella piazza. Individuando subito la dinamica in caso di episodi di violenza sia da parte del manifestante che da quella del poliziotto. D’altronde, questa è una cosa che chiede da tanto tempo anche Amnesty international e che hanno abbracciato quasi tutti i Paesi Europei. Noi siamo indietro e dovremmo adeguarci.
Salvataggi in mare, lei cosa ne pensa?
Guardi, io credo non si possa trasformare ogni questione e ogni tema in un pretesto per stabilire la solidità di un governo. C’è sicuramente un gruppo di Parlamentari che, attraverso un emendamento, ha chiesto che in una qualsiasi gestione che il governo stia portando avanti nella gestione dei flussi migratori si debba sempre considerare che il salvataggio delle vite umane venga prima di tutto. Questo lo dicono le convenzioni internazionali ma anche i membri stessi del Governo. Penso al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro ai trasporti Toninelli. Questa è la dialettica parlamentare ed è il senso del nostro lavoro in questa sede.
Qual è la sua idea sulla riorganizzazione interna del Movimento 5 Stelle?
C’è una discussione in atto sulle strategie migliori per rivitalizzazione il Movimento. Io l’ho definito patrimonio dei cittadini perché è sicuramente uno strumento che consente ai cittadini liberi di entrare nelle istituzioni. Per poter proteggere questo patrimonio è necessario ci sia un confronto vero, esercitando maggiore democrazia. Ora sono state annunciate determinate modifiche e si aprono di fronte a noi due scenari:
1) Prendere queste modifiche e trasformarle in strumenti di controllo di un vertice che può soffocare qualsiasi diversità, prendendo una strada sicuramente negativa per il Movimento stesso.
2) Prendere queste idee, frutto di un confronto ampio e rispettoso delle diversità, e operare una sintesi positiva per il Paese. Ed è questa la strada che abbiamo sempre battuto e che ci ha consentito di arrivare fino a qui. Venendo scelti da 11 milioni di cittadini nel 2018, proprio per la grande pluralità e la grande capacità di aggregazione che ci ha contraddistinto. Questa è la strada giusta.