Bisogna agire sulla povertà culturale ed educativa investendo in cultura e istruzione 3 miliardi nel 2020

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Presidente Gallo, partiamo da una sua battaglia sul documento Economia e Finzanza. Ora è la Flat Tax a dividervi: richiederebbe 60 miliardi e non si coniuga col resto, visto che siamo in recessione. Ne siete consapevoli?

Guardi, la stima di 0,1 sul Pil del primo trimetre dell’ufficio studi della Confcommercio e il 1,7% sull’andamento della produzione industriale italiana a gennaio, rispetto a dicembre 2018 sono dei buoni segnali. Confermano che la manovra sbagliata era quella di Gentiloni e che le scelte economiche del M5S stanno dando i primi frutti. È in questo quadro che vanno definite le nuove priorità.

Appunto: quali? Lei aveva chiesto segnali importanti su istruzione e cultura.

Ovvio. Se vogliamo dare segnali alle famiglie dobbiamo investire su quello che sta più a cuore ai genitori: il futuro dei figli. E questo si fa riducendo le classi affollate che frequentano a scuola, aprendo opportunità negli atenei col superamento del numero chiuso e aumentando gli aiuti sulle tasse universitarie per le famiglie in difficoltà.

Cosa chiede, in concreto?

Dopo aver dato una risposta all’emergenza povertà, bisogna agire sulla povertà culturale ed educativa: investire almeno 3 miliardi in cultura e istruzione per il prossimo anno. Ma anche promuovendo la lettura e nuovi presìdi culturali sul territorio.

Caso Diciotti, il Senato ha blindato Salvini. Non eravate dell’idea che i politici non si sottraggono alla giustizia?

Io infatti dico che Luigi Di Maio dovrebbe accettare il voto in libertà di coscienza di Nugnes, Fattori. Perché quella vicenda va a colpire un principio identitario su cui si è fondato il M5S, ed è un principio che per anni abbiamo gridato a gran voce: i politici non sono al di sopra della legge. Senza dire che la nostra base si è letteralmente spaccata sul voto online, e che comunque quel Sì non era vincolante per i parlamentari.

Stesso imbarazzo e fratture sui migranti? Più volte è dovuto intervenire il presidente Fico a ricordare il dovere di salvare vite in mare.

I soccorsi in mare e l’attenzione alle vite dei naufraghi sono state sempre garantite dall’attenzione dei ministri, di Conte e del Presidente Fico. Certo, sono contento che questa volta lo sbarco sia avvenuto in tempi rapidi.

Presidente, quello che era il contratto si trasforma in un groviglio di ricatti incrociati?
Tu mi fai distribuire il reddito di cittadinanza ed io voto il No al processo. Tu mi consenti il No alla Tav e io do via libera all’Autonomia o alla Flat tax?

Alt. La nostra guida è il contratto, ma anche la Costituzione e il lavoro del Parlamento. Ogni commissione ha scelto le sue priorità e per ogni legge dobbiamo avere come faro, ripeto, la nostra Carta Costituzionale. È la sola ricetta per affrontare tutto con lungimiranza ed uscire dalla contrattazione quotidiana.

Sull’autonomia differenziata, e lo stop di Mattarella che spinge a passare per il Parlamento, non pensa si rischi la secessione?

Si è fatto un buon lavoro per dare centralità al Parlamento, sì: è qui che si possono ascoltare tutte le preoccupazioni dei cittadini e delle categorie. Ma scuola, università devono restare un tema unitario e dare risposte ai territori economicamente svantaggiati.

Le guida la commissione Cultura. Proprio a Napoli abbiamo assistito ad attacchi contro la Soprintendenza di napoli, contraddetta da decisioni del direttore generale del Mibac, a sua volta sconfessato due volte dai giudici del Tar, vedi il caso “griglie”. Non vede rischi di delegittimazione?

Noi stiamo mettendo al centro la città di Napoli e la tutela delle sue ricchezze. Ma tutto deve esser fatto a vantaggio di un turismo rispettoso, duraturo.

Cosa pensa della guerriglia contro alcuni direttori di musei?

Ma il ministro Bonisoli ha sempre apprezzato il lavoro di chi lo ha preceduto e sa costruire buoni rapporti con tutti. Poi, con delle procedure di bando aperte per il rinnovo di alcuni direttori, ci può essere chi ci marcia. Una cosa è certa: la speculazione compiuta a danno di questo o quel direttore è lontana dall’onestà intellettuale e dalla volontà di Alberto, per come tutti lo apprezziamo.

I fustigatori del “no” sono una delle cause dell’immobilismo?

Voglio vedere il positivo. Tutti gli operatori del settore culturale mi parlano di una nuova dinamicità, a Napoli. Sono partiti molti bandi per le concessioni. Stiamo spingendo molto sull’innovazione e il digitale: finanziando la misura con 4 milioni in legge di bilancio, che oggi è un partner perfetto per la cultura e per costruire una nuova rete sociale in distretti culturali ed educativi. Ecco, vengo dalla terra vesuviana: tengo molto che le ricchezze della nostra terra siano, nel rispetto di vincoli e tutele, ancor più valorizzate e promosse.

 

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