Egregio direttore,
le scrivo per chiarire la situazione dei fondi all’università italiana stanziati in manovra. In questi giorni con il viceministro all’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti e con il sostegno del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ho lavorato, insieme a tanti parlamentari, per mantenere in legge di bilancio gli aumenti previsti nel 2019 per l’università e gli enti di ricerca rispetto al 2018.
Stiamo dando un bel segnale. Questo governo sa che la strada solida per il cambiamento è quella che si disegna con la cultura e l’istruzione. Abbiamo appena iniziato e nel 2020 faremo ancora di più.
Intendiamo rassicurare tutti gli enti di ricerca, perché non ci sarà alcun blocco delle assunzioni e il Fondo per gli enti di ricerca salirà da 1.697 milioni del 2018 a 1.803 milioni del 2019. Finalmente i ricercatori italiani, che svolgono un lavoro fondamentale per il Paese, spesso poco conosciuto e riconosciuto, potranno affrontare le loro sfide con maggiore serenità .
Bisogna rassicurare anche il mondo universitario, che potrà procedere al reclutamento dei ricercatori di tipo B, avrà incentivi per superare i limiti assunzionali per ricercatori a tempo determinato di tipo B e il passaggio dei ricercatori a tempo indeterminato al ruolo di professore associato. Inoltre aumentano le possibilità assunzionali per il 2019 e 2020 per le università con sostenibilità economica-finanziaria, che potranno andare oltre il 100% del turn-over.
Tante misure in manovra producono un riequilibrio finanziario e territoriale in ambito universitario, con un fondo speciale per i poli universitari tecnico-Scientifici del Sud Italia e una scuola di studi superiori a Napoli che si istituirà grazie allo stanziamento di 8 milioni.
Il finanziamento ordinario dell’università salirà a 7.450 milioni nel 2019 e non ci sarà alcun blocco assunzionale nel 2019 per l’Università, perché la manovra prevede soltanto un lievissimo slittamento della facoltà di assumere nell’anno 2019 con i punti organico maturati nel 2019 che solitamente permettono assunzioni non prima del secondo semestre.
Siamo pronti a qualunque confronto, dati alla mano, per dimostrare e confermare quanto appena descritto a cittadini, ricercatori e mondo accademico. Quello che si apre sarà un anno di rilancio per l’università e la ricerca, e questo giusto e necessario investimento guiderà il rilancio dell’intero Paese. Questi non sono semplici augurio per il nuovo anno, ma fatti che produrranno cambiamenti concreti già in tempi brevi e renderanno il 2019 un buon anno per tante persone e per l’Italia.
Università, ministro Bussetti: “Finalmente le assunzioni tornano a crescere” -> Comunicato