I CONTRIBUTI SCOLASTICI SONO VOLONTARI E NON POSSONO ESSERE IMPOSTI!
Il contributo volontario richiesto dai dirigenti scolastici alle famiglie si sta trasformando in una tassa d’iscrizione occulta senza esoneri e detrazioni fiscali per gli avanti diritto. Parliamo di una somma che può sfiorare i 200 euro, in tanti casi richiesta con procedure poco trasparenti e coercitivi.
INFO PER LE FAMIGLIE
LA DIFFERENZA TRA TASSE E CONTIBUTI I contributi scolastici sono diversi dalle le tasse scolastiche erariali: le prime sono obbligatorie nell’ultimo biennio delle scuole secondarie superiori; le seconde vengono richieste, come contributo volontario, dall’istituto per arricchire l’offerta formativa.
LA CIRCOLARE DEL MIUR SUL CONTRIBUTO SCOLASTICO In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, il MIUR stabilisce che non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.). Eventuali contributi possono dunque essere richiesti solo ed esclusivamente quali contribuzioni volontarie con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati. E’ pertanto illegittimo, e si configura come una violazione del dovere d’ufficio, subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo.
I RIFERIMENTI NORMATIVI
Vige, come sancito dall’articolo 34 della Costituzione, il principio della obbligatorietà e della gratuità dell’istruzione che cita:
“La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio,
assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”