165 milioni per tablet e PC agli studenti. Ora in presenza gli studenti più fragili. La mia intervista per Tecnica della scuola

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On. Gallo, alla Camera state lavorando per far rientrare gli alunni che non fanno didattica a distanza prima degli altri perchè rischiano di rimanere indietro ed in casi estremi di lasciare la scuola. Quanti sono secondo voi questi bambini e ragazzi?

Voglio sottolineare che il Ministro dell’Istruzione con 165 milioni di euro ha garantito tablet, PC e traffico dati agli studenti che ne erano sprovvisti in tempi record ed è stato appena approvato il piano straordinario di 400 milioni di euro per la rete e la connessione in tutti i 32.213 plessi scolastici con la banda ultra larga. La tecnologia tuttavia non risolve i problemi di povertà educativa e culturale di 1,2 milioni di bambini e ragazzi a rischio che vivono in famiglie in cui i genitori sono assenti, o che sono ammassati in spazi non adeguati ad una convivenza prolungata, penso anche ai minori portatori di disabilità. La stragrande maggioranza di questi minori non riesce ad essere coinvolta dalla didattica a distanza, non ha un adeguata assistenza sociale, e l’isolamento sta peggiorando le condizioni rischiando di far scivolare bambini e ragazzi in percorsi di devianza o abbandono. Per questo immagino un grande piano culturale e sociale che investe tutto il governo e coinvolga i sindaci, con l’assunzione di assistenti sociali e il monitoraggio delle scuole affinchè si strappi ogni bambino dal degrado e dalla violenza. Stiamo interloquendo con i Ministri e con Conte per creare degli spazi e percorsi didattici, di recupero in presenza , prima di settembre, per questa enorme fetta di minori che pagava un prezzo enorme ieri e rischia di pagare un prezzo più alto oggi a causa della pandemia. Un monitoraggio del Ministero dell’Istruzione parla di un 42mila studenti non raggiunta dalla didattica a distanza. Iniziamo da questa piccola comunità, è essenziale come dare il pane alle famiglie che non hanno i soldi per mangiare.

Quando pensate che potrebbero tornare?

Il 4 Maggio 4,4 milioni di cittadini in più sono usciti dalle proprie abitazioni, ciò aumenta i contatti sociali tra individui e tutto questo va monitorato per evitare che il nostro sistema sanitario collassi sotto il peso di nuovi contagiati anche dopo aver aumentato i posti in terapia intensiva da 5343 a 8.370 e i posti dei reparti di pneumologia e malattie infettive da 6525 a 26.169. Se gli italiani continuano con il loro comportamento responsabile il 18 maggio si definiranno nuove aperture e altri cittadini potranno muoversi da casa per motivazioni aggiuntive e sarà quello il momento in cui c’è da garantire ai bambini e i ragazzi che in questo momento non stanno partecipando ad alcuna attività didattica di incontrare in presenza i loro docenti , di incontrare psicologi, pedagogisti e assistenti sociali per avviare percorsi di relazione e di supporto educativo, emozionale e culturale.

Li potrebbero accogliere i loro docenti?
Ritrovare il rapporto relazionale con i docenti sarebbe un ottimo passo, spesso i docenti restano dei punti di riferimento per bambini e ragazzi. E’ chiaro che tutto debba avvenire in sicurezza, con tutte le protezioni possibili, per piccolissimi gruppi e in spazi ampi e adeguati, garantendo la giusta continuità educativa che eviti una mobilità eccessiva di minori e genitori in una fase in cui si convive con la pandemia. I docenti non possono essere soli nell’affrontare questo compito e c’è bisogno di costituire un team educativo dell’emergenza con altre professionalità.

Quale modello organizzativo pensa che si adotteŕà per riprendere a settembre in tutte le scuole?

Lavoriamo in Parlamento per un graduale ritorno alla presenza a scuola con un numero ridotto di studenti per aula con un grande piano di investimenti e di riorganizzazione che cancelli le classi pollaio . Su questo abbiamo presentato una modifica al decreto scuola con la deputata Vittoria Casa e la senatrice Vanin che speriamo il parlamento approvi al più presto. Sarà necessario un cambio di organizzazione, ad esempio, sugli orari e sugli spazi. Intanto il Parlamento si è già espresso con un voto unanime di tutti i gruppi per coinvolgere musei, siti e parchi archeologici, biblioteche e centri culturali in attività strutturali con gli studenti. La creatività, l’arte, la musica e la cultura diventeranno nuovi protagonisti nella vita degli studenti nei prossimi mesi di convivenza con il coronavirus. La scuola può educare ad una società che cambia senza esporre a rischio la salute dei bambini, delle famiglie e degli operatori scolastici costruendo educazione in nuovi spazi. Dobbiamo arrivare pronti con un nuovo modello organizzativo a settembre coinvolgendo genitori e docenti e con soluzioni differenziate in funzione delle peculiarità delle singole scuole affrontando tutti i problemi strutturali di questi cambiamenti. Sono i docenti che dovranno essere protagonisti di queste trasformazioni perchè sono loro che conoscono la scuola, gli studenti e il territorio.

Anche in questi giorni di scuole chiuse molti Lsu assunti dopo tanti anni come Ata si sentono beffati perchè collocati in part time. Cosa si sente di dirgli?

Più di 9000 lavoratori sottopagati e sfruttati per 20 anni hanno avuto un contratto a tempo indeterminato e sono diventati collaboratori scolastici a tutti gli effetti, parte integrante della comunità scolastica e dipendenti dello stato, mentre altri hanno avuto un contratto sempre a tempo indeterminato part time. Non voglio immaginare cosa sarebbe successo a questi lavoratori se fossero restati alle dipendenze di aziende private senza più appalti di pulizia per così lungo tempo. Continuo a rivendicare un’epocale intervento capace di cancellare un pezzo di privatizzazione della scuola pubblica. Oggi abbiamo 13mila collaboratori scolastici in più. E’ chiaro che sono vicino ai lavoratori che restano comunque in difficoltà e sto predisponendo più soluzioni per aumentare le ore e il reddito per i lavoratori part time. Qualche novità ci potrebbe essere già al senato sul decreto scuola.

Quante possibilità ci sono che il loro rapporto di lavoro diventi a tempo pieno. E se sì, quando?

Il primo passo è di dare priorità ai lavoratori part time in tutti i progetti extracurriculari nei prossimi 3 anni, poi lavorerò per garantire con priorità il completamento delle ore con altre supplenze e poi appena i vincoli di bilancio lo permetteranno lavorerò per aumentare l’organico dei collaboratori che potrebbero aiutarci in questo periodo di emergenza a garantire l’apertura delle scuole e gestire in sicurezza gli spazi della didattica interni ed esterni alla scuola

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