C’era un tempo in cui lo spreco era una bestemmia

Durante la mia infanzia i miei genitori hanno sempre procurato il mio abbigliamento dai cugini più grandi o vicini che se ne disfacevano.

Forse tutto partiva dalla necessità di far quadrare i conti a fine mese evitando spese inutili, ma i miei genitori comunicavano anche altro.

C’era un tempo in cui lo spreco era una bestemmia!
I miei nonni avevano dovuto occuparsi di famiglie numerose e i miei bisnonni dovevano farlo in una stanza di quattro metri quadrati.

Non aveva senso logico possedere degli abiti o oggetti ancora utili e gettarli nel cassonetto dell’immondizia, quindi sottoterra con le discariche o nell’aria con gli inceneritori per poi tornare a noi sottoforma di malattie mortali. Ma non era solo questo. Esistevano relazioni familiari e comunitarie non ancora atomizzate come oggi.

Non sapevomo allora di commettere un grande peccato. La mia famiglia non sosteneva l’economia nazionale e mondiale. Eravamo causa della mancanza di lavoro nel nostro paese. Non importa che per sostenere il lavoro di altri dovevi indebitarti. Non se ne è mai fregato nessuno dei DEBITI.

Poi arrivò l’età dell’adolescenza e la necessità di rimarcare la propria identità, o di ricercarne una, che necessitava una ricerca di un proprio abbigliamento, un proprio stile, una propria immagine da comunicare e quindi non potevi più accontentarti degli abiti dei tuoi cugini più grandi.

Per fortuna l’adolescenza non dura tutta la vita

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