Democrazia a parte

In Marocco, in ogni luogo pubblico o privato (bar, hotel) c’è la foto del Re e il suo dipinto sulle banconote. Esiste un’unica figura politica di riferimento.

In Italia Berlusconi per fare questo utilizza le sue televisioni e i giornali che diffondono la sua immagine in ogni luogo pubblico e privato.
Lo scorso anno in un sondaggio realizzato in un istituto tecnico di Napoli gli studenti conoscevano solo Berlusconi come politico italiano. Alla domanda “Conosci un politico di centrosinistra?”. La maggioranza ha risposto “No” ed un esigua miroranza ricordava “Prodi” che era già uscito dalla vita politica italiana.

In Marocco non c’è esercito e polizia che pattuglia le strade, non ci sono punizioni corporali inpubblico, ne frustate. Ognuno cerca di trovare il suo spazio nell’economia di mercato, decide di portare o meno il velo, integrale o parziale. Ma nessuno può criticare il governo e il re, piovono denunce, arresti e da qualche anno “solo” enormi multe che pesano drasticamente sui bilanci dei giornali.

In Italia c’è un po’ di polizia e militari in più per le strade senza punizioni corporali in pubblico, puoi solo essere infangato per quello che fai attraverso TV e giornali.
Puoi criticare il governo, ma a tuo rischio e pericolo. Vieni denunciato penalmente se vuoi documentare le attività di una discarica, o la gestione dei rifiuti, se declami per strada le illegalità dei governanti e dei loro amici. Puoi trovare la morte “incidentale” in seguito a degli arresti, anche se sei solo un consumatore di marjuana. Perseguitato giuridicamente se manifesti contro il governo.

Puoi però tingerti i capelli di blù, riempirti di piercing, scegliere la letteratura e musica che vuoi, puoi viaggiare, sceglierti il tuo stile di vita e lamentarti del governo. Basta non passare all’azione cercando di cambiare il sistema.

Ma molti non vogliono seguire quest’ultima raccomandazione.

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